Famedio al Cimitero del piratello
Al cimitero del Piratello nel famedio del Comune c’è l’urna con parte delle ceneri di Costa, altre sono conservate a Bologna nella loggia massonica a lui intestata.
La lapide fu dettata dall’amico di gioventù, un tempo sodale e compagno di lotte internazionaliste, Giovanni Pascoli, il quale commemorò l’imolese pure nella prolusione che tenne ad inizio dell’anno universitario.
Questo il testo dell’epigrafe scritta dal Pascoli:
«MDCCCLI – MCMX / CENERE / È IN QUEST’URNA / DELL’INCENDIO D’AMORE / CHE DA QUANDO DUE SELCI LO DESTARONO / NELLE GELIDE SPELONCHE / ARDE INCONSUMABILE IN MEZZO AI TERRESTRI / SEMPRE, PIÙ FORTE PIÙ VASTO PIÙ ALTO / LIBERANDO DALLE GRAVI SCORIE PRIMIGENIE / LA SANTA UMANITÀ PURA / FIAMMA / FU QUESTA CENERE DI QUELL’INCENDIO / VIVA FIAMMA CHE SOPPRESSA E BATTUTA / DIVAMPÒ SEMPRE PlÙ BELLA AL VENTO / NOI LA CHIAMAMMO / ANDREA COSTA»
I funerali di Andrea furono imponenti, con una folla immensa fatta da migliaia di persone si stimano oltre diecimila, tante delle quali giunte a piedi da lontane località della Romagna e dell’Emilia.
Il fatto è testimoniato e documentato da un vecchio rarissimo filmato originale dell’epoca conservato presso il Cidra e restaurato dalla Cineteca di Bologna, poi disponibile in quanto riversato in vhs.
La bara di Andrea fu caricata su di un trenino che correva parallelamente alla via Emilia per giungere a Bologna per la cremazione: non era stato facile ottenere il permesso, considerate le leggi e le usanze dell’epoca.
Nel capoluogo felsineo fu salutata da una folla altrettanto imponente.
Alla cremazione assistettero tra gli altri Arturo Zambianchi, Argentina Altobelli, Anselmo Marabini, Romeo Galli e Giuseppe Raffaele Serrantoni.